Quando si necessita di una somma di denaro per far fronte a spese straordinarie è consuetudine richiedere un prestito o un finanziamento, ma cosa succede in caso di finanziamento non pagato?
Se non paghi un finanziamento ci sono delle conseguenze, e in questo articolo andremo ad analizzare le azioni che una finanziaria o una banca possono mettere in campo per riscuotere il credito.
Finanziamenti non pagati: conseguenze
Il finanziamento consiste in un prestito di denaro da parte di un istituto di credito o di una società di credito autorizzata. Questo viene richiesto da privati e aziende per sostenere l’acquisto di beni. Al momento della stipula del contratto, l’istituto di credito, o la finanziaria, stabiliscono i termini del finanziamento come il tasso d’interesse, il numero di rate e l’ammontare di ogni singola rata.
Tuttavia, i richiedenti del finanziamento possono trovarsi in una situazione economica difficile, non riuscendo di conseguenza a sostenere il pagamento delle rate.
In caso di mancato pagamento delle rate del finanziamento, l’ente creditore agisce seguendo un iter prestabilito, volto a riscuotere il suo credito.
Vediamo quali sono i passaggi previsti in caso di finanziamento non pagato.
Sollecito scritto
Il primo passo dell’istituto di credito e della finanziaria è quello di sollecitare il pagamento attraverso una comunicazione telefonica e, secondariamente, scritta.
Stiamo parlando della raccomandata di sollecito, ossia una richiesta da parte del creditore al debitore in cui viene ricordata la scadenza del pagamento e un invito a saldare il debito.
Segnalazione al Crif
Una delle prime conseguenze in caso di finanziamento non pagato è la segnalazione al Crif che fa figurare i debitori come cattivi pagatori.
Questo registro viene utilizzato da banche e finanziarie per valutare l’affidabilità dei clienti, di conseguenza essere segnalati al Crif significa non poter richiedere prestiti, finanziamenti o mutui ad istituti di credito, rendendo persino complesso aprire un conto corrente e richiedere una carta di credito.
Trasferimento della pratica all’ufficio di recupero crediti
In caso di mancato pagamento a seguito del sollecito scritto, l’ente creditore procede con il trasferimento della pratica all’ufficio di recupero crediti o a società specializzate nel recupero dei crediti.
La rata da pagare, tuttavia, sarà maggiorata degli interessi moratori che rappresentano il risarcimento del danno subito dal creditore per il ritardo del pagamento.
Decreto ingiuntivo
Le società finanziarie in caso di mancato pagamento del finanziamento devono rivolgersi al tribunale. Si procede, quindi, con la richiesta di decreto ingiuntivo per finanziamento non pagato.
Il decreto ingiuntivo, anche detto ingiunzione di pagamento o provvedimento monitorio, permette al creditore di aggredire i beni del debitore per ottenere il pagamento del debito.
Quindi, il giudice intima il debitore a pagare la somma dovuta all’ente creditore.
Dopo la notifica dell’ingiunzione di pagamento, il creditore attende 40 giorni per dare al debitore la possibilità di pagare spontaneamente o di opporsi al decreto ingiuntivo. In quest’ultimo caso si avvia un regolare giudizio davanti allo stesso giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo.
Trascorsi i 40 giorni, se il debitore non si è opposto, la finanziaria o l’istituto di credito richiedono l’apposizione della formula esecutiva.
Atto di precetto e pignoramento
Una volta richiesta l’apposizione della formula esecutiva del decreto ingiuntivo, il tribunale notifica al debitore l’atto di precetto intimando a pagare entro 10 giorni.
Al termine dei 10 giorni si procede con il pignoramento dei beni per recuperare il credito.
Il processo espropriativo può essere di tre tipologie:
- espropriazione mobiliare presso il debitore
- espropriazione immobiliare
- espropriazione presso terzi.
I beni pignorabili ci sono:
- Crediti nei confronti di terzi
- Canoni di affitto
- 1/5 dello stipendio o della pensione
- Conti correnti
- Automobili
- Beni immobili (inclusa la prima casa)
In più, il debito per un finanziamento non pagato può trasformarsi in un debito per gli eredi in caso di decesso.