Le banche sono degli istituti di credito che propongono una lunga serie di servizi ai propri clienti, privati o aziende, come la concessione di credito. Con questi crediti concessi dalle banche si contraggono i debiti bancari.
Quelli con le banche sono anche detti debiti di finanziamento quando derivano da istituti bancari che procurano alle aziende mezzi monetari di cui necessita per finanziare l’attività.
Ma cosa succede nel momento in cui il debitore non riesce a ripagare la somma dovuta?
In questa guida vedremo quali sono i debiti bancari, come si contraggono e quali sono i rischi derivanti dal mancato pagamento delle rate previste dal contratto.
Cosa sono i debiti bancari
Al momento della stipula dei contratti con la banca, di servizi che vedremo di seguito, si contrae un debito bancario. Il debitore è, quindi, impegnato nella restituzione totale della somma e degli interessi maturati, oltre alle eventuali spese accessorie, fino al pagamento dell’ultima rata.
Ma la situazione può peggiorare nel momento in cui i privati e le aziende non riescono a far fronte a questi debiti.
I debitori si possono ritrovare, infatti, in situazioni di difficoltà economica che rendono impossibile far fronte alle rate del mutuo, ad esempio, per restituire il debito all’istituto bancario.
In caso di ritardi nei pagamenti, il creditore, ossia l’istituto bancario, applica gli interessi di mora, un costo maggiorato applicato nel caso di mancato pagamento di una rata.
Da cosa possono derivare i debiti con le banche
I debiti bancari possono derivare da diversi tipi di prodotti bancari. Alcuni esempi sono:
- Mutui
- Finanziamenti personali
- Prestiti con delega di pagamento o con cessione del quinto
- Carte di credito
- Scoperto di conto corrente
- Prestiti obbligazionari
Questi debiti si contraggono quando l’istituto eroga una cifra di denaro contante e si sottoscrive un contratto per cui il beneficiario si impegna a restituirla, tramite rate, entro un certo numero di anni.
Di conseguenza, il debito con le banche sorge nel momento in cui l’istituto concede al privato credito per effettuare pagamenti dal conto con la carta di credito, concedendo magari un fido, o ancora quando emette un finanziamento. Tuttavia, il problema sorge nel momento in cui il privato non è in grado di ripagare alla banca l’importo dovuto con i relativi interessi maturati.
Cosa dice la legge sui debiti bancari
Potresti chiederti se non pagare dei debiti può costituire reato, ma la risposta è no. Infatti, per l’ordinamento italiano il debito non rappresenta un reato e, di conseguenza, il debitore non rischia multe o detenzione.
Tuttavia, questo vale nel caso in cui non vi siano intenzionalità e dolo.
La legge stabilisce inoltre i limiti entro il quale il debito non è più esigibile e si estingue con la prescrizione. Infatti, in genere i debiti dopo 10 anni cadono in prescrizione. Questo significa che oltre il termine stabilito il creditore non può più esigere il pagamento del debito.
Ma il mancato pagamento del debito porta a conseguenze per i debitori, che portano il creditore ad agire con l’obiettivo di recuperare la somma dovuta.
Cosa succede se non si pagano i debiti bancari
Quando non si pagano i debiti con la banca si va incontro a delle conseguenze per il debitore sotto un punto di vista economico e non solo. Queste sono in genere:
- Applicazione degli interessi di mora
- Segnalazione al CRIF
- Recupero crediti
- Pignoramento dei beni mobili ed immobili
Applicazione degli interessi di mora
Nell’eventualità di mancato o ritardato pagamento di una rata all’istituto bancario relativo al mutuo, il mutuatario sarà tenuto a pagare gli interessi di mora per risarcire la propria banca.
I tassi di mora sono una maggiorazione sugli interessi già pattuiti con la banca, in modo tale da garantire un risarcimento a favore dell’istituto bancario. Mora significa proprio ritardo, e questo interesse viene applicato quando il debito non viene restituito secondo i tempi stabiliti.
Segnalazione al CRIF
Una conseguenza del mancato pagamento del debito con le banche è la segnalazione al CRIF, ossia la Centrale Rischi Finanziari S.p.A.. Si tratta della società italiana che fornisce supporto all’erogazione e alla gestione del credito al consumo, e che si occupa di raccogliere le informazioni di referenza creditizia per la previsione e il controllo dei rischi finanziari.
Le segnalazioni, infatti, servono ad attestare i ritardi nei pagamenti del debito e le insolvenze legate ai prestiti.
Quando si viene segnalati al CRIF, gli istituti bancari e di credito possono respingere la richiesta di un credito sotto forma di prestiti, finanziamenti e mutui. Questo perché le banche si servono del CRIF per valutare l’affidabilità creditizia dei clienti.
La segnalazione al CRIF non significa che si verrà considerati per sempre come dei cattivi pagatori. Infatti, in caso di ritardi nel versamento di una o due rate, ad esempio, la segnalazione dura solamente 12 mesi, a patto di tornare a pagare puntualmente. La durata può salire a 24 mesi se le rate in ritardo sono più di due, e a 36 mesi in caso di morosità più gravi.
Inoltre, una volta scaduto il contratto di finanziamento, le segnalazioni possono restare nel sistema per 5 anni al massimo.
Recupero crediti
La banca, in caso di mancato pagamento in genere si rivolge ad agenzie di recupero crediti per la riscossione del debito.
Queste agenzie si occupano proprio della gestione e della riscossione dei crediti per conto terzi. Quando il recupero crediti non sortisce effetto in via stragiudiziale, la banca può arrivare al pignoramento e alla vendita dei beni del debitore. Ma prima viene eseguita un’attività di investigazione da parte dell’agenzia. Questa compie un’indagine patrimoniale sul debitore per conoscere i beni e i redditi in possesso.
Pignoramento dei beni mobili ed immobili
L’ultima conseguenza riguarda il pignoramento dei beni mobili ed immobili. In questo modo il creditore, ossia la banca, può recuperare le somme relative al debito mettendo all’asta i beni mobili ed immobili.
Questa procedura è prevista dal nostro ordinamento e garantisce all’istituto bancario di recuperare la somma che gli spetta attraverso l’espropriazione e la vendita dei beni in possesso dal debitore.